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Il sistema dei carati, dei millesimi e l'oro 750

Per valutare la purezza dell'oro, e quindi il suo valore, si utilizzano due diverse unità di misura: i carati e i millesimi. Per questo, ad esempio, si può parlare di oro 750 oppure oro 18 carati per indicare l’oro comunemente utilizzato in gioielleria.

Ma cosa rappresentano esattamente queste misure e quali sono le differenze? Scopriamolo insieme.

lingotto d'oro puro 999.9 da 100 grammi

Che cos’è il titolo dell’oro e cosa indicano i millesimi

Il titolo dell’oro è la quantità di metallo puro rispetto al peso complessivo dell’oggetto. La Legge n. 46 del 1968, sulla Disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei metalli preziosi, stabilisce che oro, argento, platino e palladio “devono portare impresso il titolo in millesimi”.

I millesimi dell'oro rappresentano una misura di purezza del metallo prezioso espressa in parti su mille.

A livello normativo, dunque, il titolo dell’oro deve essere espresso in millesimi: per questo, un lingotto in oro puro deve essere marchiato con la dicitura 999.9, a indicare una purezza di 999.9/1000, il massimo livello raggiungibile, proprio come riportato chiaramente nella scheda tecnica di un qualsiasi lingotto d'oro puro come - ad esempio - in quella del lingotto d'oro da 100 grammi commercializzato da Italpreziosi.

Secondo questa scala è facile intuire che il noto “oro 750” contiene 750‰ di oro puro. Ma non tutti sapranno che corrisponde all’oro 18 carati, dicitura che fa riferimento all’altra unità di misura della purezza dell’oro.

Cosa rappresentano i carati dell'oro?

Anche i carati, così come i millesimi, rappresentano una misura di purezza dell’oro: a cambiare è la scala di riferimento. Un carato corrisponde a 1/24 di una massa di oro puro: quindi l'oro 24 carati - quello che comunemente viene definito “oro puro” - ha 24 parti su 24 di oro e di conseguenza una purezza del 100%.

Secondo la stessa scala, come è facile intuire, l'oro 18 carati contiene 18 parti di oro puro su un totale di 24, quindi il 75%; il restante 25%, come abbiamo visto precedentemente, è composto da una lega di altri metalli.

Il sistema dei carati è utilizzato soprattutto in gioielleria: solitamente, i gioielli sono realizzati in oro 18 carati, meno malleabile e più resistente dell’oro 24 kt.

Particolarmente affascinante è l’origine del termine “carato”, che ha radici antichissime: deriva infatti dal greco kerátion, che indicava il carrubo, a sua volta diminutivo di keras, corno, a causa della sua forma. I semi di carrubo - “piccoli corni”, letteralmente - erano utilizzati per pesare gli oggetti preziosi. Infatti si attribuiva loro la qualità di avere sempre la stessa massa: erano quindi ideali come unità di misura.

Il termine fu ripreso dall’arabo qīrāṭ, che letteralmente significa “ventiquattresima parte”: era infatti - oltre che un’unità di peso dei preziosi - anche un sottomultiplo del dirham, la moneta d'argento utilizzata nel mondo islamico durante il Medioevo.

Oggi i carati si utilizzano sia come unità di peso delle pietre preziose che come indice di purezza delle leghe auree. In questo secondo ambito, il carato aureo ha mantenuto l’antico valore di 1/24, come nel mondo arabo.

Si tratta di un termine dal significato così antico e diffuso che oggi, per antonomasia, si utilizza il derivato “caratura” per indicare il preciso valore di una persona o di un progetto.

produzione di un gioiello in oro 750

Carati oro: come capire il valore

Che sia oro giallo, oro bianco, oro rosa o oro rosso, il metallo prezioso per eccellenza deve sempre avere un marchio di riconoscimento del suo valore.

Per capire i carati dell'oro è necessario esaminare il punzone presente sul prodotto, che sia un gioiello, un lingotto o un altro oggetto in oro. Il punzone è un marchio di riconoscimento che identifica il produttore e la purezza dell'oro del gioiello.

In alternativa, è possibile utilizzare un tester di carati, uno strumento che permette di determinare la purezza dell'oro in modo preciso e affidabile.

Compresa quindi la caratura, per determinare il valore in termini di costo, è ovviamente l'oro puro (24 carati o 999.9 millesimi) quello al quale fa riferimento il prezzo che viene determinato sui mercati internazionali dal fixing di Londra due volte al giorno.

Corrispondenze tra carati e millesimi: l'oro 750 o 18 carati

Riassumendo quanto abbiamo detto, i carati e i millesimi indicano entrambi la purezza dell'oro, ma su scale diverse.

Il carato, infatti, rappresenta la frazione di 1/24 di oro puro in un oggetto prezioso. I millesimi indicano il numero di parti di oro puro su mille.

Quindi l’oro 750 a quanti carati corrisponde? È uno degli esempi più facili, perché forse il più noto: l'oro 750 indica una lega che contiene il 750‰ di oro puro e il restante 250‰ di altri metalli. Questo valore corrisponde esattamente all'oro 18 carati, di cui abbiamo parlato.

È possibile effettuare una rapida conversione tra le due unità di misura utilizzando una tabella come questa:

Carati Millesimi
1 41,666
2 83,333
3 125,000
4 166,666
5 208,333
6 250,000
7 291,666
8 333,333
9 375,000
10 416,666
11 458,333
12 500,000
13 541,666
14 583,333
15 625,000
16 666,666
17 708,333
18 750,000
19 791,666
20 833,333
21 875,000
22 916,666
23 958,333
24 1000,00