L'oro è uno dei metalli preziosi più ambiti al mondo, apprezzato per la sua bellezza, la sua rarità, ma soprattutto per il suo valore. Nel linguaggio colloquiale a volte utilizziamo espressioni come “oro grezzo”, “oro puro” e “oro zecchino” senza avere piena consapevolezza delle differenze. Scopriamo insieme qual è l’origine di queste definizioni.
Oro grezzo: il metallo giallo in natura
L'oro grezzo - anche chiamato oro nativo - è l'oro che viene estratto dalla terra e non ha subito alcun tipo di lavorazione. Di solito viene reperito sotto forma di pepite o filoni all'interno delle miniere. Le pepite d'oro grezzo possono variare in dimensione: da piccole particelle fino a massi di diverse decine di chili.
L'oro grezzo si trova in diverse parti del mondo, ma alcune delle principali aree di produzione includono Australia, Canada, Stati Uniti, Russia, Sud Africa e Cina. La maggior parte dell'oro grezzo viene estratto dalle miniere sotterranee o a cielo aperto.
Il suo aspetto può variare, in particolare nella colorazione, che dipende dalle impurità presenti nel materiale. L'oro grezzo, infatti, contiene spesso altri metalli - come argento, rame e platino - o altre sostanze come la silice o il quarzo, che ne influenzano colore e consistenza.
La sua composizione in natura, quindi, non è perfettamente pura, ma ha una percentuale di impurità variabile.
Il valore dell’oro grezzo
Il valore dell'oro grezzo dipende da diversi fattori, tra cui la sua purezza, la dimensione, la forma e la localizzazione geografica. In generale, l'oro grezzo è meno costoso rispetto all'oro lavorato, poiché deve ancora essere sottoposto ai processi di raffinazione che ne aumentano nettamente il valore e lo rendono adatto alla lavorazione per la produzione di lingotti, monete e gioielli.
Il prezzo dell'oro grezzo viene determinato dalle quotazioni dell'oro sul mercato delle materie prime, che a sua volta è influenzato da fattori economici e politici come l'inflazione, la domanda globale e la situazione geopolitica. Inoltre, i costi di estrazione dell'oro grezzo possono variare in base alla posizione della miniera e al livello di difficoltà nell’estrazione.
Come riconoscere l’oro grezzo?
Per riconoscere l'oro grezzo è importante tenere a mente alcune caratteristiche tipiche di questo metallo nella sua forma naturale.
Innanzitutto, l'oro grezzo ha una lucentezza caratteristica, di gran lunga diversa da quella di altri metalli. È molto brillante, anche se non ha ancora subito alcun tipo di lavorazione. Inoltre, l'oro grezzo ha un colore giallo brillante che non si altera nel tempo.
Sempre guardando all’aspetto, l’oro grezzo è caratterizzato da una forma tipicamente irregolare e da una texture ruvida e granulosa, determinata dalla presenza di impurità e di altri metalli.
Da un punto di vista fisico, invece, l'oro nativo ha una densità molto elevata rispetto ad altri metalli: questo significa che, se messo su una bilancia, ha un peso maggiore rispetto a oggetti simili realizzati con altri metalli.
In ogni caso, per riconoscere l'oro grezzo è importante affidarsi a esperti del settore, che possano analizzarlo e verificarne la composizione e la provenienza.
Il più prezioso: l’oro puro
L'oro puro, come suggerisce il nome, è l'oro nella sua forma più pura. Questo tipo di oro è costituito da una lega composta al 999,9 per mille da oro e allo 0,1‰ da altre sostanze. Il suo valore corrisponde a 24 carati, il livello più alto. Ricordiamo infatti che millesimi e carati sono le due unità di misura utilizzate per valutare la purezza dell'oro.
Una delle caratteristiche distintive dell'oro puro è la sua colorazione gialla intensa e uniforme, priva di variazioni o sfumature.
Per ottenere la massima purezza, l’oro è sottoposto a un processo di raffinazione molto accurato: l'oro viene fuso e separato dalle altre sostanze presenti nella composizione grezza, come argento, rame e platino. In questo modo, si ottiene un oro privo di impurità, puro al 999,9‰.
Una delle caratteristiche più apprezzate dell'oro puro è la sua resistenza alla corrosione e all'ossidazione, il che lo rende un materiale ideale per la creazione di prodotti che mantengano un valore inalterato nel tempo.
Essendo particolarmente malleabile non è adatto alla produzione di gioielli, per i quali di norma si impiega l’oro 18 carati, una lega che unisce al 75% di oro puro altri metalli che ne aumentano la durezza e la resistenza. Questa tipologia di oro solitamente è più conosciuta con il nome di oro 750, dove la purezza è espressa tramite il sistema dei millesimi.
I lingotti in oro puro come forma di investimento
L'oro puro viene spesso utilizzato per la produzione di lingotti, poiché è un materiale di alta qualità e di valore costante.
I lingotti d'oro sono barre solide di metallo prezioso, che possono essere acquistate in varie dimensioni e pesi, a seconda delle preferenze dell'acquirente.
L'utilizzo dei lingotti d'oro come investimento è molto diffuso perché rappresenta una forma di investimento stabile e sicura nel lungo termine.
I lingotti d'oro sono anche utilizzati dalle banche centrali come riserva di valore nonché come mezzo di pagamento in situazioni di crisi finanziaria e incertezza geopolitica.
Il prezzo dell'oro puro al grammo dipende da vari fattori, tra cui l'offerta e la domanda sul mercato mondiale, la qualità e la quantità di oro estratto e la situazione economica globale. È sempre possibile tenersi aggiornati e conoscere il costo dell’oro puro consultando le quotazioni dell'oro in tempo reale.
Oro zecchino: cosa significa?
Tutti noi abbiamo sentito tante volte l’espressione “d’oro zecchino”: ma, concretamente, cosa vuol dire?
In realtà non c’è differenza tra oro puro e oro zecchino: in entrambi i casi si fa riferimento al metallo prezioso nella sua formulazione più pregiata, ovvero l’oro 24 carati, con una purezza del 999,9 per mille.
Il valore dell’oro zecchino è quindi lo stesso dell’oro puro: il suo prezzo è determinato dalle quotazioni del metallo prezioso sui mercati.
Quando si usa l’espressione “oro zecchino” spesso si vogliono mettere in risalto le caratteristiche estetiche del metallo prezioso, e in particolare l’intensa colorazione gialla, tendente all’arancio.
L'origine dell'espressione risale ai tempi della Repubblica di Venezia e dell’istituto in cui le monete venivano coniate, la Zecca.
“Zecchino” è il nome che assunse il ducato d’oro di Venezia intorno alla metà del 1500: a seguito della preferenza data alle monete fresche di conio, aumentò il prezzo del ducato nuovo di zecca, che nel 1543 fu fissato a 7 lire e 12 soldi e battezzato zecchino.
La moneta veneziana fu poi imitata da altri Stati italiani anche nei secoli successivi, e molte altre valute presero il nome di “zecchino”: con questo termine si indicavano, in genere, i tagli con una qualità superiore a quella degli scudi d’oro e delle doppie.
Da qui deriva l’utilizzo dell’espressione “oro zecchino” per indicare un oro purissimo.
Al giorno d’oggi lo stesso termine si usa comunemente per sottolineare la qualità pregiata di particolari produzioni orafe - come la foglia d’oro zecchino, declinata anche in libretto - o articoli per la casa, spesso in ceramica, come servizi da tè o servizi di piatti “in oro zecchino”, o set di posate.
Al di là dell’utilizzo che viene fatto di questa espressione, è importante tenere a mente che l’oro zecchino non ha alcuna differenza reale rispetto all’oro puro.