Oro ai massimi storici: superati i $3,300 l’oncia

Oro ai massimi storici: superati i $3,300 l’oncia
Inarrestabile la corsa dell’oro, che aggiorna il record storico a 3,300 dollari per oncia (oltre 93 euro al grammo)
Dietro l’ascesa degli ultimi mesi un mix di fattori: pressioni macroeconomiche, incremento della domanda di beni rifugio e mutamento della politica monetaria. Pesa il crollo del colosso Nvidia, che segnala oneri per 5,5 miliardi di dollari nei suoi utili del primo trimestre a causa dei dazi di Trump.
Nei prossimi paragrafi analizzeremo i principali fattori di incertezza globali, cercando di comprendere in che modo contribuiscano a spingere il metallo prezioso a livelli senza precedenti.
Tensioni commerciali USA-Cina
Economia cinese oltre le aspettative, con un robusto +5,4% nel primo trimestre di quest'anno. Un dato trainato ancora una volta dai dazi commerciali, che hanno spinto i produttori ad anticipare le esportazioni. Pechino vanta un risultato che ha già permesso di centrare gli obiettivi annuali, ma gli analisti restano cauti per la pressione che l’entrata in vigore delle tariffe potrebbe esercitare sull’economia del dragone.
Permane il pericoloso stallo commerciale tra le superpotenze cinese e statunitense, con Pechino che gode di ampio potere negoziale grazie al suo controllo su materiali strategicamente vitali, incluso il monopolio sulle terre rare.
Gli economisti internazionali pongono l'accento su un elemento cruciale: la Cina può sostituire le sue importazioni dagli Stati Uniti più facilmente del contrario.
Le esportazioni Usa verso il gigante asiatico riguardano soprattutto beni agricoli di basso valore aggiunto: soia, cotone, carne bovina e pollame. Diversa la situazione delle importazioni statunitensi dalla Cina, che comprendono macchinari, materiali elettronici, minerali lavorati e tecnologie avanzate difficilmente reperibili altrove.
La strategia di Trump sembra vertere sull’isolamento commerciale dell’avversario, servendosi dei dazi come strumento di negoziazione con oltre 70 nazioni. L’obiettivo è vietare alla Cina di spedire merci attraverso i diversi paesi, impedendo alle aziende cinese di insediarsi nei loro territori al fine di eludere le tariffe USA. Trump mira inoltre a far sì che quante più economie rifiutino di inglobare beni industriali cinesi a basso costo.
Il clima di tensione tra le due principali economie del pianeta spinge gli investitori a cercare sicurezza nell’oro: preoccupano i rallentamenti economici globali, il crollo degli scambi internazionali e i rallentamenti nelle catene di approvvigionamento.
Dollaro debole e incognita Fed
Il calo dei rendimenti reali rende l’oro più appetibile degli investimenti che pagano interessi. Notevole il contributo di un dollaro in affanno, che alimenta la domanda del bene rifugio grazie a una maggiore convenienza per gli acquirenti internazionali.
A rafforzare le prospettive rialziste contribuisce anche l’eventualità che la Federal Reserve (Fed) possa optare per un taglio dei tassi d’interesse, nel tentativo di contenere lo shock economico derivante dall’amministrazione Trump.
Calo delle azioni di Nvidia dopo le dichiarazioni di Trump
Il produttore di chip Nvidia accusa le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti. Il chipmaker avrebbe bisogno di una licenza per vendere chip H20 in Cina “per un futuro indefinito”: parole che abbassano del 5,2% le azioni del colosso dell’high-tech.
La notizia della sofferenza di Nvidia, uno dei titoli più rappresentativi del settore tecnologico, ha diffuso tra gli investitori un sentimento di instabilità e il desiderio di affidarsi ad asset più sicuri, come l’oro. Le preoccupazioni legate al raffreddamento del boom dell’alta tecnologia e a un possibile rallentamento economico globale contribuiscono ad aumentare la domanda del bene rifugio per eccellenza.
Questo senza contare l’impatto che un calo delle big-tech potrebbe esercitare sulle future scelte Fed: se i mercati azionari dovessero vacillare, la banca centrale statunitense potrebbe valutare una politica monetaria più accomodante, al fine di stimolare l’economia. Una situazione di cui l’oro non potrebbe che beneficiare.
Cosa aspettarsi dal mercato dell’oro?
Prendendo in esame i fattori che abbiamo illustrato nei precedenti paragrafi, le aspettative per il metallo prezioso restano orientate al rialzo.
Il 2025 si sta rivelando un anno eccezionalmente performante per l’oro, tanto che Goldman Sachs ha corretto le proiezioni di fine anno a 3.500 dollari l’oncia.
Contribuisce all’incremento del prezzo anche la stima di una produzione mineraria al ribasso del 3%, a causa dei ritardi nelle autorizzazioni di estrazione e del deterioramento dei gradi di minerale. Una scarsità di offerta che coincide con una domanda record da parte degli investitori e che, sommata alle turbolenze macroeconomiche globali, getta benzina sul fuoco.
Fonti:
- Principali minatori d’oro sull’ASX durante il rialzo del prezzo dell’oro
- Borsa oggi - Milanofinanza
- Borsa e mercati- Il Giornale
- Record prezzo dell'oro