Report settimanale -16 febbraio 2018
Report settimanale -16 febbraio 2018
Settimana di recuperi sui mercati azionari dopo lo scivolone delle due settimane precedenti. I listini americani e quelli del Vecchio Continente non sembrano essersi spaventati dalle forti perdite subite all’inizio del mese di febbraio e chiudono la settimana facendo registrare 5 chiusure positive di seguito: il più veloce rimbalzo degli ultimi 8 anni. Il recupero è stato sicuramente agevolato dalla debolezza del dollaro (ai minimi di dicembre 2014). Tale debolezza ha spinto al rialzo tutto il compartimento delle materie prime e ovviamente anche quello dei preziosi. Il cambio con la valuta unica oscilla attorno agli 1,2500 con un massimo vicino agli 1,2550 toccato venerdì mattina.
Il dato più atteso della settimana è stato quello relativo all’inflazione USA, pubblicato giovedì. Nel mese di gennaio, i prezzi dei beni presenti nel paniere hanno fatto segnare una crescita mensile dello 0,5% (battendo le stime che si attestavano mediamente sullo 0,4%). A livello annuale, l'aumento dei prezzi è stato invece del 2,1% e dunque sopra il 2% auspicato dalla FED. Anche il dato "core", che misura l’inflazione al netto delle componenti variabili è stato superiore alle attese (crescita dello 0,3% mensile e dell'1,8% annuo). Dopo l’iniziale sell-off dopo la pubblicazione del dato (che ha fatto temere una FED più aggressiva circa l’andamento del rialzo dei tassi) i mercati sono tornati in territorio positivo trainando al rialzo anche quelli europei. Inoltre a rassicurare i mercati vi sono state pure le parole del nuovo numero uno della FED Jerome Powell. Quest’ultimo ha affermato che intende proseguire la normalizzazione del bilancio e dei tassi senza brusche accelerate, in pratica, seguendo pedissequamente le orme di Janet Yellen.
Da segnalare la prudenza adottata dagli investitori, nonostante i forti rimbalzi sull’azionario: la corsa verso i beni rifugio (metalli preziosi, yen giapponese e franco svizzero) sembra suggerire un cambio di atteggiamento e di sentiment (l’oro oscilla infatti sopra i 1350 $/oz, il cambio USDJPY a 105 e USDCHF attorno agli 0,92). A questo proposito ricordiamo che recentemente Ray Dalio, numero uno di Bridgewater (più grande hedge fund al mondo), ha dichiarato di essersi posizionato short per un controvalore di 18 miliardi di dollari scommettendo al ribasso su alcune delle più grandi società europee tra le quali figurano le italiane ENI, ENEL, Intesa Sanpaolo e Unicredit; le francesi TOTAL, BNP Paribas e il colosso tedesco Siemens AG. Tuttavia è probabile che la scommessa al ribasso riguardi anche l’azionariato americano (la cui disclosure sull’attività dei fondi non è obbligatoria, diversamente dall’Europa).
Oro (XAUUSD)
Settimana di forti rialzi per il metallo giallo che si dirige verso un ri-test dei massimi di periodo fatti a gennaio in area 1360 $/oz. La spinta rialzista è stata fornita da un dollaro particolarmente debole nonostante i buoni dati macroeconomici riguardanti lo stato di salute dell’economia americana. Un altro driver che ha spinto le quotazioni al rialzo è stato il dato sull’inflazione (maggiore delle aspettative degli analisti): preziosi, yen giapponese e franco svizzero sono stati interessati dagli acquisti in un’ottica di hedging. La resistenza più importante è adesso a 1366 $/oz e successivamente in area 1374-1376 $/oz. Verso il basso i supporti più importanti sono posizionati a 1350 e a 1340 $/oz.
Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)
Sul grafico settimanale l’outlook di lungo termine si riconferma positivo. Il metallo è ben al di sopra delle medie mobili a 100 e 200 giorni ed ha ancora spazio per salire. Come già affermato nel precedente report settimanale, sebbene la correlazione inversa con l’andamento dei mercati azionari non sia sempre forte, è probabile che la quantità di acquisti di oro aumenti in un’ottica di copertura.
Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)
Argento (XAGUSD)
Settimana di forte rimbalzo anche per l’argento, reduce da due settimane di ribassi. Attualmente il metallo fatica a superare le medie mobili a 100 e 200 giorni (in area 17 dollari l’oncia). Nel caso in cui il test fallisca è probabile un ritorno verso i minimi di periodo. Tappa intermedia nella discesa (da cui tuttavia potrebbe ripartire verso l’alto) sono i supporti intermedi a 16,60 e successivamente a 16,40 -16,20 $oz. A differenza dell’oro, l’outlook è neutrale.
Grafico giornaliero XAGUSD (principali supporti e resistenze)
Platino (XPTUSD)
Il metallo ha recuperato quasi totalmente la discesa degli scorsi giorni e sembra diretto verso il test del doppio massimo poco sopra i 1000 dollari l’oncia. A parte il dollaro debole, il principale driver di quest’anno per il metallo è dato dal deficit che secondo il World Platinum Investment Council sarà di circa 275.000 once (dalle 15.000 del 2017). Da segnalare anche il fatto che le scorte monitorate dal NYMEX sono ai più bassi livelli dal 2016 a questa parte.
Grafico giornaliero XPTUSD (principali supporti e resistenze)
Palladio (XPDUSD)
Il metallo, assieme al resto del compartimento, ha rimbalzato dai minimi relativi e si è scontrato con la media a 100 giorni in area 1026 dollari l’oncia dopo aver sorpassato l’ostacolo dei 1000 dollari. Sebbene il palladio abbia corso moltissimo negli ultimi due anni, la maggior parte degli analisti reputa che vi sia ancora spazio per salire grazie ai fondamentali (si prevede un deficit di offerta anche per tutto il 2018). È dunque probabile che le recenti vendite siano state solo una fisiologica correzione innescata dalle prese di profitto. Nel lungo termine l’outlook rimane positivo.
Grafico giornaliero palladio (principali supporti e resistenze)
Eurodollaro (EURUSD)
Il tetto a 1,25 ha respinto nuovamente l’avanzata dell’euro che in settimana recupera terreno nei confronti del dollaro. Il cambio continua comunque a viaggiare stabilmente attorno ai massimi di periodo e bel al di sopra delle medie a 100 e 200 giorni. La forza della valuta unica, ancora una volta, è riconducibile alla debolezza del dollaro. Quest’ultimo, nonostante i dati macroeconomici più che positivi e 3 rialzi dei tassi in programma quest’anno non riesce a reagire e continua la sua corsa verso il basso. La prossima resistenza è in area 1,27 mentre i supporti più vicini si trovano a 1,22 e successivamente a 1,20.
Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)
In breve
ORO |
Resistenze |
1365 |
1375 - 1380 |
Supporti |
1235 - 1250 |
1310 - 1350 |
ARGENTO |
Resistenze |
17,35 |
17,70 - 18 |
Supporti |
15,60 - 16,15 |
16,62 -16,65 |
PLATINO |
Resistenze |
1010 |
1030 - 1045 |
Supporti |
890 |
910 - 915 |
PALLADIO |
Resistenze |
1100 |
1150 - 1175 |
Supporti |
960 |
985 -1000 |
EURUSD |
Resistenze |
1,21 – 1,22 |
1,25 – 1,27 |
Supporti |
1,1850 |
1,19 |
Fonti: ScotiaMocatta Global Research, Bloomberg.
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