La settimana appena conclusa ha visto mercati tonici e operatori ancora propensi al rischio. Nonostante il crollo, giovedì, dell’indice cinese Shangai Composite (peggior ribasso giornaliero dal giugno del 2016) le borse americane ed europee hanno preferito ignorare i pericoli di contagio e hanno pertanto continuato a riporre fiducia nell’azionario. Tale euforia è in parte giustificata sia dai buoni dati della zona euro (Germania su tutti), sia da una BCE ancora “accomodante” seppur parzialmente spaccata a livello decisionale. Infatti, nell’ultimo meeting – tenutosi giovedì 26 novembre – sono emerse opinioni divergenti rispetto la decisione di stabilire una data certa per la fine del Quantitative Easing. Nel documento diramato dall’Istituto con sede a Francoforte si legge che “Una data di conclusione era vista come ben giustificata in previsione di ulteriori progressi verso un sostenuto aggiustamento del percorso dell‘inflazione, sulla base di una fase di crescita migliore delle attese, di rischi in diminuzione e della prosecuzione di condizioni di finanziamento favorevoli per l‘economia reale” ma – prosegue affermando anche che – “alcune preoccupazioni sono state inoltre espresse sul fatto che la natura aperta del programma di acquisto asset possa generare aspettative di ulteriori estensioni”. Tuttavia, come era già stato preannunciato in precedenza, il programma proseguirà fino a settembre dell’anno prossimo, con un ritmo di acquisti pari a 30 miliardi di euro al mese (dimezzati quindi dai precedenti 60, a partire da gennaio).

Oltreoceano vi è ancora attesa per l’implementazione della riforma fiscale desiderata dal governo Trump (possibilmente entro la fine dell’anno): l’iter procede zoppicando tant’è che il Presidente si sarebbe detto disposto ad eliminare dal testo la parte in cui viene proposta la parziale abrogazione dell'Obamacare se questa può essere di intralcio per l’approvazione finale. Ad annunciarlo è stato Mick Mulvaney, direttore dell'ufficio budget della Casa Bianca.

In settimana, nonostante il dollaro debole, i preziosi sono rimasti pressoché invariati se confrontati ai livelli della settimana precedente. L’euro ha invece guadagnato terreno contro il dollaro arrivando a sfiorare quota 1,19. Ricordiamo infine che nella giornata di giovedì i mercati americani sono stati chiusi per i festeggiamenti del giorno del Ringraziamento.

 

Oro (XAUUSD)

Per la seconda settimana consecutiva l’oro si muove in un range ristretto di circa 10 - 15 dollari. Attualmente il trend si trova dunque in una fase laterale – rialzista dato che i minimi toccati dal prezzo continuano ad essere crescenti. Restano pertanto validi i livelli segnalati la scorsa settimana. Nel mirino, qualora venisse superata la resistenza posta attorno ai 1290 $/oz, troviamo i 1300 dollari ed in seguito i 1350. Il supporto più importante rimane in area 1265 dollari l’oncia (media mobile a 200 giorni) e prima ancora in area 1270 - 1275 $/oz. Il prezzo rimane anche sopra la media a 100 giorni (1290 $/oz). A deprimere le quotazioni potrebbe esserci un rimbalzo del dollaro, un fattore notoriamente deleterio per le materie prime quotate col biglietto verde.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Sul settimanale il quadro continua a rimanere positivo. Salvo un crollo del prezzo al di sotto dei 1270 $/oz (vedi trendline discendente). Anche l’outlook di lungo periodo è positivo.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

L’argento ha seguito, questa settimana, quasi pedissequamente i movimenti dell’oro e, così come per il metallo giallo, la fase attuale è da considerarsi laterale-rialzista. Il metallo, come già sottolineato nei precedenti report, non riesce a distaccarsi dal range 16,60 – 17,50 in cui, negli ultimi due mesi, hanno oscillato le quotazioni. Ricordiamo che dal punto di vista dei fondamentali il quadro non è ottimale: la produzione è vicina a livelli record e la domanda in diminuzione. La resistenza più importante si trova a 17,10 $/oz e coincide all’incirca con la media mobile a 200 giorni (linea gialla). Il supporto più vicino è invece posto a 17 $/oz e successivamente a 16,80 $/0z. Infine troviamo il minimo relativo a 16,60 $/oz. L’outlook è neutrale-negativo.

Grafico giornaliero XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Il metallo, dopo aver provato ad effettuare uno slancio sopra quota 950 $/oz è stato violentemente respinto verso il basso lasciando sul terreno quasi 30 dollari. Attualmente in area 950 $ troviamo sia la media mobile a 100 giorni, sia quella a 200. Il trend è moderatamente rialzista sebbene anche in questo caso la fase sia più che altro laterale. Verso il basso il primo forte supporto è posta in area 920 $/oz e successivamente in area 915-916 $/oz. Infine troviamo i minimi relativi in area 904 - 910 $/oz.

Grafico giornaliero XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Il metallo continua a mantenersi sopra i 1000 dollari l’oncia. La settimana precedente il prezzo è stato respinto dai recenti massimi in area 1025-1030 ma i compratori sembrano intenzionati a non mollare e puntano a nuovi record. La resistenza a 1000 dollari (ma più in generale l’area attorno ai 980) è ora divenuta un solido supporto. Quella successiva si trova in area 997-998 $/oz e successivamente in area 980 $/oz. L’outlook continua a rimanere positivo nel breve-medio termine e il prezzo rimane al di sopra di entrambe le medie mobili (100 e 200 giorni).

Grafico giornaliero palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Terza settimana consecutiva di guadagni per la valuta dell’eurozona. Il cambio, dopo un test in area 1,1720, ha ampiamente recuperato la discesa e viaggia stabilmente sopra area 1,1750 – 1,1800. Lo spunto rialzista, come spesso accade, è stato innescato dalla debolezza del dollaro dato che la stessa dinamica si è verificata pressoché con tutti i cambi aventi il biglietto verde come controparte. Verso l’alto, le principali resistenze sono 1,19 ed infine il massimo a 1,20 – 1,2070.

Grafico giornaliero EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

Per concludere

ORO

Resistenze

1285

1290 - 1310

Supporti

1280

1265 - 1270

 

ARGENTO

Resistenze

17,25

17,70

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

945 - 950

960

Supporti

915

920 - 925

 

PALLADIO

Resistenze

(1000) -1030

1050

Supporti

960

980

 

EURUSD

Resistenze

1,1850 - 1,20

1,25

Supporti

1,15 - 1,16

1,175

 

Fonti: Reuters, GFMS, MilanoFinanza, UBS.

Finito di redigere alle 15 di venerdì 24 novembre 2017.