L’ultima settimana dell’anno è stata caratterizzata da pochi scambi, complice la scarna agenda di appuntamenti economici e politici di un certo rilievo. I mercati azionari hanno continuato la scalata con un passo lento ma costante, grazie soprattutto ad un dollaro debole che ha visto gli ultimi giorni di contrattazione del 2017 tra i peggiori dell’anno, già di per sé negativo (il Dollar Index si appresta infatti a chiudere il primo anno in rosso dal 2012 con un -9%, apportando grandi benefici alle aziende esportatrici). Il calo del biglietto verde nei confronti delle altre valute è riconducibile alla chiusura di posizioni rialziste innescata dalla fine dell’effetto “riforma fiscale” ormai già archiviata al passato. Tuttavia, come anticipato poc’anzi, le performance dei vari indici mondiali sono state letteralmente esuberanti: l’MSCI World Equity Index (che è composto da circa 1620 titoli a livello globale) si appresta a chiudere il 13° mese di guadagni consecutivi, ai massimi storici (+22% rispetto al 2016). L’S&P500 chiude a una manciata di punti dai 2700 e il compartimento azionario europeo ha ormai praticamente fatto segnare la migliore performance da 4 anni a questa parte. Guadagni ottimi anche per le borse orientali e i mercati emergenti.

 

La debolezza del dollaro ha anche favorito, specie nell’ultima parte dell’anno, tutte le materie prime ed in particolare i metalli preziosi: l’oro è arrivato a toccare i 1300 dollari l’oncia mentre l’argento è ad un soffio dai 17 $/oz. Ottima la performance del palladio che ha continuato il rally fino agli ultimi giorni di contrattazioni: il metallo ha sfondato il muro dei 1050 dollari l’oncia arrivando ad un massimo di 1063. Anche il platino ha recuperato in buona parte la discesa delle prime 3 settimane di dicembre riportandosi in questo modo sopra i 900 dollari all’oncia. Tuttavia continua a rimanere ampio il differenziale con il palladio (circa 150 $/oz).

L’euro, nonostante un anno abbastanza turbolento dal punto di vista politico (elezioni in Francia, Austria e Germania, nonché crisi catalana), ha sperimentato la migliore performance nei confronti del dollaro da 14 anni a questa parte, guadagnando un +13,6% sul biglietto verde.

 

Oro (XAUUSD)

Quello di queste ultime tre settimane di dicembre è stato un gran recupero per il metallo giallo che si appresta a chiudere l’ultimo giorno di contrattazioni sulla soglia dei 1300 dollari l’oncia. Complici, come già accennato, sia la debolezza del dollaro sia il ribilanciamento dei portafogli dei fondi di investimento ormai proiettati al 2018. Da notare come il prezzo si abbia rotto verso l’alto il canale ribassista che ha come apice i 1350 dollari l’oncia (coincidente con le elezioni di Donald Trump). Verso il basso il primo supporto importante è l’area 1250 $/oz a cui segue quella compresa tra i 1270 e i 1280 dollari l’oncia. Verso l’alto troviamo i 1300 e successivamente i 1320-1330 $/oz.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Sul grafico settimanale il quadro generale continua a rimanere sostanzialmente immutato ma moderatamente positivo. La trendline ascendente che sostiene il prezzo (vedi grafico sottostante) è ben lontana dai livelli attuali: ribadiamo dunque che solo una discesa sotto i 1200 dollari l’oncia potrebbe rappresentare un forte segnale ribassista. L’outlook di lungo periodo pertanto è positivo. A contribuire alla spinta rialzista potrebbero essere (dopo le elezioni spagnole) le elezioni italiane, che si terranno a marzo 2018.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)

 

Argento (XAGUSD)

Anche l’argento, come l’oro, ha proseguito il rimbalzo partito dal minimo a 15,60 $/oz e si è portato alla parte più alta del canale ribassista (vedi grafico sottostante) senza tuttavia essere ancora riuscito a romperlo verso l’alto. Il prezzo del metallo sembra tuttavia intenzionato a puntare ad un test dei 17 dollari: nel caso in cui tale test dovesse avere successo, allora il secondo grande ostacolo lo si trova a 17,30 – 17,50 $/oz. Verso il basso troviamo i 16,60 e successivamente il minimo a 15,50 – 15,60 $. L’outlook, se dovessero rimanere immutati i fondamentali, è neutrale.

Grafico giornaliero XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Anche il platino, come l’oro e l’argento, ha sperimentato una settimana ampiamente positiva. A seguito delle forti vendite che avevano messo sotto pressione il prezzo del metallo facendogli toccare nuovi minimi annuali, le quotazioni si sono riportate stabilmente sopra la soglia psicologica dei 900 dollari l’oncia. Il quadro è migliorato ma solo con una rottura decisa della trendline ribassista (vedi grafico sottostante) si avrebbe un segnale di acquisto. Pertanto, come già accennato nel precedente report, servirebbe uno slancio sopra i 950 $/oz per far sì che il movimento rialzista si consolidi. L’outlook è neutrale.

Grafico giornaliero XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Inarrestabile il palladio. Nonostante questa sia l’ultima settimana dell’anno borsistico, il metallo continua ad essere oggetto di forti acquisti nonostante il prezzo viaggi sopra quota 1000 dollari l’oncia. Ribadiamo ancora una volta come siano stati i fondamentali a spingere le quotazioni verso l’alto: nel corso di tutto il 2017 la domanda di palladio (specie quella proveniente dal settore automobilistico) ha superato l’offerta. Al momento quella che era una forte resistenza (ossia i 1000 dollari) è diventata un supporto. Se le quotazioni dovessero correggere (appunto per la chiusura di posizioni speculative da parte di fondi) abbiamo prima i 1030 $/oz (precedente resistenza) e successivamente i 1000 - 980 $/oz. L’outlook rimane positivo.

Grafico settimanale palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Anno da record per la valuta dell’eurozona. Il cambio chiude l’anno in prossimità degli 1,20 nei confronti del biglietto verde. Smentite praticamente tutte le previsioni degli analisti che davano ormai per certa la parità col dollaro. Il trend è indubbiamente positivo (il cambio ha toccato solo una volta gli 1,15 a seguito del picco a 1,21. Il range continua tuttavia a rimanere 1,15 – 1,20. Se quest’ultimo dovesse venir bucato al rialzo o al ribasso, non è da escludere un forte movimento dell’ampiezza di circa 10 centesimi. Supporti e resistenze sono visibili sul grafico.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

In breve

ORO

Resistenze

1250

1290 - 1315

Supporti

1200 - 1210

1185 - 1190

 

ARGENTO

Resistenze

17,25

17,70

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

945 - 950

960

Supporti

810

905 - 910

 

PALLADIO

Resistenze

(1000) -1030

1050 - 1100

Supporti

950 - 960

980

 

EURUSD

Resistenze

1,1850 - 1,20

1,25

Supporti

1,15 - 1,16

1,175

Fonti: Commerzbank, Bloomberg, MilanoFinanza, IlSole24Ore.

 

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