I venti di guerra hanno continuato a soffiare senza sosta durante l’arco di tutta la settimana: i toni tra Stati Uniti e Russia si sono inaspriti, e ora dopo ora crescono le preoccupazioni per una imminente guerra in Siria che vedrebbe coinvolti numerosi attori geopolitici, europei inclusi. In prima linea - tra i favorevoli ad un intervento militare - troviamo i leader di Francia e Regno Unito, Macron e May: questi ultimi si sono detti pronti a sferrare un attacco sulla Siria mentre hanno escluso ogni intervento militare (ma offerto appoggio logistico per l’offensiva) Germania e Italia. L’atteggiamento della Casa Bianca rimane ambiguo: Trump (via Twitter) ha avvisato Mosca di voler scagliare un’offensiva missilistica, salvo poi aggiungere (a meno di un’ora dal primo tweet) che l’economia russa ha bisogno degli Stati Uniti e che i rapporti tra le due potenze non devono essere necessariamente così bellicosi. Secondo diversi analisti politici (e i mercati parrebbero confermare) l’ipotesi di una guerra – sebbene non sia totalmente da escludere – non è al momento così vicina come certi toni assai poco diplomatici vorrebbero far intendere: una sorta di déjà-vu che ricorda molto da vicino l’atteggiamento tenuto recentemente da Washington nei confronti della Corea del Nord. Infatti, sembrerebbe che a spaventare maggiormente i mercati non sia tanto il fantasma della guerra combattuta a suon di missili quanto piuttosto lo spettro di un’altra guerra, quella commerciale: da una parte contro Pechino (combattuta a suon di dazi) e dall’altra contro Mosca (combattuta con le sanzioni). Gli effetti di quest’ultima sono già più che tangibili, basti pensare che le quotazioni dei future a 3 mesi sull’alluminio quotato alla London Metal Exchange (LME) hanno raggiunto un picco di 2277,50 $ a tonnellata: secondo quanto riporta Bloomberg (e ripreso da IlSole24Ore) si tratta del rally più “intenso” dal 1988 ad oggi. A beneficiare delle sanzioni contro la Russia vi è anche il palladio. Il prezzo del metallo (il cui rally durato praticamente 2 anni stava perdendo forza) ha chiuso la settimana col segno più riportandosi vicino ai 1000 $/oz. In settimana sono state inoltre pubblicate le minute della FED e della BCE. Il quadro tracciato dai due istituti centrali non è stato troppo dissimile da quelli dei mesi precedenti. Sia in Europa sia negli Stati Uniti la crescita procede stabile, tuttavia tra i membri del board della FED è emersa qualche preoccupazione nei riguardi della guerra commerciale con la Cina. Un elemento, questo, che nel medio e nel lungo termine potrebbe avere forti ripercussioni negative sull’andamento dell’economia globale. E a confermarlo sono gli afflussi negli ETF aventi come sottostante l’oro: lo Xetra Gold è a livelli record da quando è stato lanciato per la prima volta nel 2007.

 

Oro (XAUUSD)

Settimana praticamente piatta per le quotazioni del metallo giallo, nonostante i sopraccitati rischi continuino a fornire un sostegno più che valido al prezzo. In particolare, durante la giornata di mercoledì 11 aprile, le quotazioni hanno fatto registrare uno spike che ha toccato i 1365 $/oz in concomitanza coi tweet bellicosi di Trump. L’allarme è tuttavia rientrato poco dopo erodendo tutti i guadagni nella giornata seguente, con le quotazioni che si sono stabilizzate attorno ai 1330 $/oz. Il prezzo viaggia comunque al di sopra delle medie mobili giornaliere a 100 e 200 giorni. Il trend permane in una fase laterale/rialzista: da monitorare il supporto in area 1300 – 1310 $/oz e le resistenze in area 1350 - 1375 $/oz.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)


Va notato – sul grafico mensile – che il prezzo del metallo quotato in dollari ha rotto ormai da diversi mesi la trendline ribassista (vedi linea azzurra) e che i minimi fatti segnare recentemente sono sempre su livelli crescenti. Un segnale, questo, solitamente rialzista che lascia ben sperare per ulteriori allunghi, specie in un’ottica temporale di lungo termine. Tuttavia, sembrerebbe che la media mobile a 100 (mensile) stia facendo da resistenza dato che ha già respinto le quotazioni negli ultimi 9 mesi (vedi linea gialla).

Grafico mensile XAUUSD (principali supporti e resistenze)


 

Argento (XAGUSD)

Ennesima settimana di calma piatta anche per le quotazioni dell’argento. Il prezzo del metallo rimane ancora imprigionato (per la undicesima settimana consecutiva) nell’area 16,10 – 16,90 $/oz facendo denotare uno scarso interesse da parte gli investitori. Il trend (a differenza dell’oro) resta ribassista e al momento non si scorgono driver sufficientemente forti tali da prendere una netta direzione al mercato. A livello tecnico, solo una rottura dell’area 17,40 -17,50 $/oz (al di sopra dunque delle medie mobili settimanali a 100 e 200 giorni) potrebbe innescare ulteriori allunghi fino al test della forte resistenza posta in area 18,50 $oz.

Grafico settimanale XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

In settimana lieve rimbalzo per il platino che rimane tuttavia incanalato in un trend ribassista dopo il forte slancio rialzista che aveva caratterizzato i prezzi nei primi due mesi dell’anno. Le dinamiche del prezzo del metallo risentono dell’eccesso di offerta: come già detto nel precedente report la sovra capacità estrattiva potrebbe caratterizzare il mercato nell’arco di tutto l’anno. Piuttosto pessimisti gli analisti: se da un lato riconoscono che le quotazioni siano al momento relativamente basse (soprattutto se rapportate all’oro) dall’altro si chiedono quali potrebbero essere i driver in grado risollevare l’interesse.

Grafico settimanale XPTUSD (principali supporti e resistenze)



 

Palladio (XPDUSD)

Questa settimana il palladio recupera le perdite delle 2 settimane precedenti e riprova a ritornare nel canale rialzista primario a quota 1000 $/oz. L’area 910 – 900 $/oz si è rivelata essere un ottimo supporto specie in seguito alle recenti sanzioni nei confronti della Russia (primo produttore al mondo). Il trend rimane positivo. Da monitorare tuttavia gli sviluppi del mercato automobilistico: un raffreddamento del settore potrebbe calmierare le quotazioni nonostante il deficit di offerta che sta attualmente sperimentando il mercato.

Grafico settimanale palladio (principali supporti e resistenze)



 

Eurodollaro (EURUSD)

Immutato, ormai da un anno, lo scenario dell’eurodollaro. Il saggio di cambio rimane in fase di equilibrio (evidenziata dal rettangolo giallo): da una parte viene comprato (la valuta è preferita al dollaro dagli investitori in quelle fasi di mercato in cui vengono percepiti maggiori rischi) dall’altra viene venduto (poiché l’economia europea è al momento strutturalmente meno forte di quella USA). Il trend rimane laterale – rialzista. I supporti e le resistenze più importanti sono in basso a 1,20 e in alto a 1,25.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

In breve

ORO

Resistenze

1365

1375 - 1380

Supporti

1235 - 1250

1310 - 1350

 

ARGENTO

Resistenze

17,35

17,70 - 18

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

1010

1030 - 1045

Supporti

890

900 - 910

 

PALLADIO

Resistenze

1000

1075 - 1100

Supporti

900 - 910

950 -985

 

EURUSD

Resistenze

1,21 – 1,22

1,25 – 1,27

Supporti

1,1850

1,19

Fonti: Bloomberg, IlSole24Ore, Commerzbank.

 

 

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