Nonostante si sia quasi giunti sull’orlo di una guerra mondiale, i mercati questa settimana hanno dimostrato di avere una memoria piuttosto corta: l’oro – dopo circa 3 settimane di guadagni – perde terreno (assieme agli altri asset considerati beni rifugio) e viene respinto dalla forte resistenza posta in area 1350 – 1370 $/oz. Anche la volatilità è tornata a scendere col VIX che rimane fermo a quota 16: un segnale che mostra abbastanza bene il clima di rilassatezza e di compiacimento sui mercati azionari mondiali. A riprova di ciò, basti guardare alla valuta che per eccellenza viene considerata un safe haven, ossia il franco svizzero. La valuta rossocrociata è infatti ai minimi sull’euro (il cambio viaggia poco sotto l’1,20) e al momento non mostra segnali di ripresa.

Protagonista indiscusso (ma non solo di questa settimana) è il dollaro americano. Ormai sono diversi gli analisti che si chiedono a cosa sia dovuta la sua debolezza, senza tuttavia trovare risposte convincenti. In effetti, l’andamento del biglietto verde spiazza un po’ gli operatori abituati ad assistere ad un apprezzamento di una valuta prossima ad un rialzo dei tassi di interesse. Cosa che non sta avvenendo col dollaro. A cosa è quindi dovuta questa interminabile discesa? Al momento la spiegazione più convincente è data dal ruolo di capofila degli Stati Uniti nel commercio globale: secondo alcuni la leadership americana ha fatto il suo tempo, così come l’uso del biglietto verde come principale riserva valutaria. Non ultimo, l’atteggiamento isolazionista adottato dall’amministrazione guidata da Donald Trump non ha fatto altro che peggiorare (o migliorare, a seconda dei punti di vista) la situazione.

 

Continua la discesa del dollaro (Grafico: Dollar Index)

 

Oro (XAUUSD)

Con l’attenuarsi delle tensioni geopolitiche (sia in Siria, sia tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord) e con il rafforzamento del biglietto verde in seguito ai buoni dati macroeconomici americani, l’oro, dopo un inizio di settimana positivo, perde terreno e si stabilizza attorno ai 1330 $/oz. A tarpare le ali del metallo giallo rimane la forte resistenza in area 1350 – 1370 $/oz. I buoni dati sull’occupazione USA fanno propendere per un rialzo dei tassi a breve: un fattore che indubbiamente concorre ad indebolire la domanda del metallo.

Grafico giornaliero XAUUSD (principali supporti e resistenze)

Sul grafico settimanale possiamo notare come le quotazioni del metallo siano confinate all’interno del triangolo delimitato da una trendline ribassista e da una rialzista. Ed è soprattutto la prima che ha respinto per ben 5 settimane il prezzo più in basso, probabilmente in seguito alle prese di profitto degli investitori vista la mancata rottura al rialzo. Tuttavia l’outlook rimane positivo, essendo il prezzo ancora al di sopra delle due medie mobili a 100 e 200 giorni.

Grafico settimanale XAUUSD (principali supporti e resistenze)


 

Argento (XAGUSD)

Settimana positiva per l’argento che esce finalmente dal rettangolo nel quale oscillavano le quotazioni da diverso tempo. Il metallo, spinto da fondamentali positivi (per la prima volta dal 2013 è in aumento la domanda industriale trainata dal settore fotovoltaico) buca la trendline ribassista (vedi grafico) e la media mobile a 100 giorni. L’outlook migliora, tuttavia per verificare la bontà del trend bisognerà attendere che le quotazioni si portino al di sopra dei 18 $/oz.

Grafico settimanale XAGUSD (principali supporti e resistenze)

 

Platino (XPTUSD)

Dopo un inizio di settimana brillante durante il quale le quotazioni sono arrivate a toccare i 950 $/oz la corsa del platino si arresta poco sopra i 930 $/oz. La debolezza del metallo è dettata dalla scarsa domanda, sia quella industriale sia quella proveniente dagli investimenti. Inoltre, il rimbalzo del dollaro non ha giovato all’andamento del prezzo del metallo che resta incanalato in un trend ribassista, al di sotto delle medie mobili a 100 e 200 giorni. L’outlook è pertanto negativo.

Grafico settimanale XPTUSD (principali supporti e resistenze)

 

Palladio (XPDUSD)

Nonostante i dati sulle immatricolazioni europee di nuove auto suggeriscano un raffreddamento del settore, le quotazioni del palladio vengono spinte al rialzo dalle sanzioni alla Russia (che fornisce circa il 40% dell’offerta globale di palladio). Da notare come il prezzo abbia rimbalzato fortemente al tocco del forte supporto posto in area 900 – 910 $/oz. L’outlook rimane ancora positivo; le medie mobili a 100 e 200 giorni sono ben al di sotto delle quotazioni attuali.

Grafico settimanale palladio (principali supporti e resistenze)

 

Eurodollaro (EURUSD)

Resta ancora immutato, anche questa settimana, lo scenario dell’eurodollaro. Il saggio di cambio rimane in fase di equilibrio (evidenziata dal rettangolo giallo): da una parte viene comprato (la valuta è preferita al dollaro dagli investitori in quelle fasi di mercato in cui vengono percepiti maggiori rischi) dall’altra viene venduto (poiché l’economia europea è al momento strutturalmente meno forte di quella USA). Il trend rimane laterale – rialzista. I supporti e le resistenze più importanti sono in basso a 1,20 e in alto a 1,25.

Grafico settimanale EURUSD (principali supporti e resistenze)

 

In breve

ORO

Resistenze

1365

1375 - 1380

Supporti

1235 - 1250

1310 - 1350

 

ARGENTO

Resistenze

17,35

17,70 - 18

Supporti

15,60 - 16,15

16,62 -16,65

 

PLATINO

Resistenze

1010

1030 - 1045

Supporti

890

900 - 910

 

PALLADIO

Resistenze

1000

1075 - 1100

Supporti

900 - 910

950 -985

 

EURUSD

Resistenze

1,21 – 1,22

1,25 – 1,27

Supporti

1,1850

1,19

Fonti: Bloomberg, IlSole24Ore, Commerzbank.

 

 

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