Che conflitti e tensioni geopolitiche abbiano ripercussioni sui metalli preziosi è cosa nota, ma da cosa deriva questa connessione che sembra indissolubile?

Scopriamo le ragioni per cui la guerra si lega a doppio filo a oro e argento, e come i conflitti in corso sono in grado di influenzarne la quotazione.

L’oro e la guerra: caratteristiche di un bene rifugio

Nei periodo di crisi e incertezza come quello attuale, l’oro viene particolarmente apprezzato per la sua nomea di bene rifugio per eccellenza. Quando è in corso una cosiddetta “multicrisi” - pressione inflazionistica, tumulti geopolitici, effetti del cambiamento climatico - gli investitori avvertono la necessità di proteggere il proprio patrimonio, rivolgendosi a beni considerati sicuri, in attesa di tempi migliori. 

A conferire all’oro la corona di bene rifugio “sovrano” sono le sue caratteristiche di metallo scarso, resistente allo scorrere del tempo, utilizzato come merce di scambio fin dalle prime civiltà conosciute. Il valore dell’oro è intrinseco, al sicuro dal rischio di svalutazione indipendentemente dall’evoluzione della crisi. Il metallo giallo offre copertura dalle ondate di volatilità dei mercati, oltre che dall’impatto inflazionistico che i beni subiscono durante i periodi di incertezza.

Nel seguente grafico è possibile osservare più nel dettaglio il comportamento dell’oro durante gli eventi più sconvolgenti della storia recente:

Prezzi dell'oro in tempo di guerra (1979-2023)

I prezzi dell’oro sono saliti bruscamente all’alba di quasi ogni principale conflitto verificatosi dal 1979 ad oggi. Sia l’invasione dell’Afghanistan nel 1979 sia quella dell’Ucraina nel 2022 hanno infiammato il costo medio del metallo giallo, mentre la guerra in Iraq ha mantenuto i prezzi sostanzialmente stabili per qualche anno prima di intraprendere una svolta rialzista. 

Prendendo in esame quanto analizzato, possiamo dedurre che l’oro tenda ad aumentare di valore all’inizio di una guerra tra due Paesi. 

La più recente testimonianza ci viene offerta dal conflitto armato tra Hamas e Israele. Dopo gli attentati di ottobre ad opera di Hamas, i tori dell’oro hanno spinto il metallo a quota 2.000 dollari per oncia per la prima volta dopo mesi: tale era il timore di una guerra imminente. 

Nel corso del 2024 il metallo giallo ha macinato record su record, alimentato dal timore degli investitori per i conflitti armati in Ucraina e in Medio Oriente. 

L’argento: prezzi in aumento sulla scia dei conflitti

Guerre e conflitti tendono ad avere ripercussioni anche sul prezzo dell’argento, che sale in risposta all’instabilità dei mercati.

Proprio come l’oro, anche l’argento gode di una lunga storia come riserva di valore, e tende a beneficiare dei prezzi troppo alti del metallo giallo. Quando l’oro diventa troppo costoso molti investitori spostano l’attenzione sul metallo bianco, che è attualmente il più impiegato dalle industrie. L’aumento della domanda di argento, unita al timore che nelle zone di conflitto possa essere interrotta l’estrazione, ne riduce l’offerta, gonfiando i prezzi di conseguenza. 

La relazione tra guerra e prezzo dell’argento rimane complessa, condizionata da fattori come debito pubblico, inflazione e gravità del conflitto in corso

I dati storici indicano una chiara connessione tra eventi bellici e metallo bianco, ma le dinamiche variano alla luce di più specifiche circostanze economiche e geopolitiche. 

L'importanza della ratio oro-argento

La ratio oro-argento misura il numero di once d’argento necessarie all’acquisto di un’oncia di oro. Durante i periodi di incertezza economica o conflitti gli investitori cercano storicamente rifugio nell’oro, provocando un aumento significativo del prezzo. L’argento segue spesso un andamento simile, ma può capitare che i fattori sopracitati ne provochino la divergenza. 

Nel XX secolo la ratio ha mantenuto una media di circa 47:1, mentre nel XXI secolo ha oscillato tra i 50:1 e i 70:1.

In tempo di guerra il rapporto può aumentare proprio a causa dello status di bene rifugio dell’oro, che ne condiziona la domanda. 

Un rapporto più elevato indica che l’argento avanza più lentamente rispetto all’oro, fattore che potrebbe renderlo un’opzione interessante agli occhi di chi si aspetta un cambiamento del mercato

 

Fonti: