Stagflazione 2.0: perché l'oro diventa indispensabile
Stagflazione 2.0: perché l'oro diventa indispensabile
Secondo l’ultimo report di In Gold We Trust, l'inflazione USA raggiungerà il suo massimo nel corso di quest'anno. Indebolimento della domanda e tendenze recessive determinerebbero quindi un rallentamento della stessa, che tuttavia dovrebbe rimanere al di sopra del 5% in questo 2022.
Negli ultimi 140 anni, sono stati quattro i principali eventi in occasione dei quali i rendimenti azionari sono scivolati in negativo:
- la Prima Guerra Mondiale;
- la Seconda Guerra Mondiale;
- la stagflazione degli anni '70;
- la crisi finanziaria del 2007/2008;
Ogni volta, prima che il rendimento a lungo termine crollasse, il mercato azionario aveva attraversato periodi di euforia, caratterizzati da rendimenti annualizzati ben superiori a quelli del periodo precedente.
Alla luce di ciò una soluzione considerabile è la diversificazione del portafoglio: storicamente, oro argento ma anche titoli minerari hanno infatti avuto tendenze performanti in tempi di stagflazione.
Per l'oro in particolare, le recessioni sono tipicamente un contesto “positivo”. In occasione dei principali periodi di recessione sopramenzionati, l'oro ha registrato significativi guadagni di prezzo sia in dollari che in euro, con titoli azionari capaci di generare rendimenti significativi solo nella fase finale della recessione. L'oro è stato quindi in grado di compensare in modo eccellente le perdite azionarie nelle prime fasi della recessione. Ed è da notare come, in occasione della recessione del 2020, le performance storiche dell’oro si siano ripetute.
Nel complesso, il metallo giallo è stato in grado di ammortizzare le perdite dei prezzi delle azioni durante le recessioni.
Stando al Report il metallo giallo sarebbe quindi componente indispensabile in portafoglio, elemento imprescindibile che consentirebbe agli investitori di fronteggiare situazioni di stress sui mercati finanziari.